Volevo fare il programmatore

Da piccolo volevo fare il programmatore!

Non è vero, da piccolo non esistevano ancora i computer per tutti, solo nei centri di ricerca e nei centri di calcolo. Il computer per tutti, il personal computer, è arrivato molti anni dopo, ma è stata comunque una rivoluzione nella mia vita come in quella di tanti miei coetanei.

Ho deciso di fare il programmatore senza accorgermene, scopiazzando i programmi dalle riviste e facendogli delle piccole modifiche. Poi è nata la voglia di fare programmi per conto mio e sono diventato un programmatore di computer. Farlo è facilissimo, farlo bene è molto difficile. Il bello dello scrivere programmi per computer è che puoi incasinarti la vita quanto vuoi.

Fare un programma

Fare un programma che svolga una determinata funzione è semplice, mettiamo un programma che faccia una somma, si definisce una variabile, le si assegna un valore, le si somma un secondo valore e si stampa il risultato. Finito? assolutamente no, a che serve un programma che faccia un’unica somma, deve essere in grado di sommare anche numeri diversi, allora il numero da assegnare alla variabile viene chiesto all’utente (l’utente è quel poveretto che utilizza i programmi scritti da altri), anche il secondo numero, quello che gli va sommato va chiesto all’utente.

Quindi ora il programma chiede un numero all’utente e lo assegna ad una variabile, chiede un secondo numero all’utente e lo somma al valore della variabile e poi stampa il risultato. Ma se l’utente vuole sommare più numeri? Nessun problema, si crea un ciclo, cioè una sequenza di istruzioni che viene ripetuta fintanto che non si verifica una determinata condizione e si risolve.

Iterazione con l’utente

Ora il programma definisce una variabile e gli assegna il valore 0, poi chiede all’utente il numero da aggiungere e se il numero inserito è diverso da zero lo somma alla variabile e torna all’istruzione con cui si chiede all’utente il numero da sommare. Quindi, finché l’utente inserisce numeri diversi da zero saranno tutti sommati. Quando l’utente inserisce 0 il programma stampa il risultato.

Ma abbiamo finito? Probabilmente no, l’utente magari vuole vedere i numeri che ha inserito quindi prima di dargli il risultato dobbiamo ristampare tutti i numeri in modo che possa controllare. L’utente potrebbe anche volere il risultato man mano che aggiunge numeri, in questo caso ci basta aggiungere la visualizzazione della variabile dopo aver fatto la somma ad ogni ciclo e quando immette zero il programma finisce senza fare nulla. E se sbaglia a inserire? Possiamo definire che se invece di un numero inserire il carattere C vuol dire che vuole cancellare l’ultimo numero, quindi dobbiamo memorizzare l’ultimo numero inserito e se l’ultimo inserimento è C sottraiamo l’ultimo numero.

Un ciclo infinito

Potremmo continuare così all’infinito aggiungendo funzioni utili o funzioni inutili ma di abbellimento senza mai raggiungere una fine. La cosa giusta da fare quando si scrive un programma è immedesimarsi nell’utente e farlo in modo che sia per lui il più semplice e immediato possibile. Il programma non lo dovete scrivere per voi ma sempre con il pensiero a cosa può volere l’utente e come potete aiutarlo nel suo lavoro. Fare un programma è facile, farlo bene è difficile.

Maurizio

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